LA PROGETTAZIONE, LA “CORDATA” E L’AVVIO DEI LAVORI
Inizia il complesso lavoro di valutazione delle azioni da intraprendere e dei progetti prioritari per risolvere le criticità: i rivestimenti e le strutture in pietra della facciata principale, il rivestimento delle colonne interne, le colonne del pronao esterno, i rivestimenti marmorei interni, i rivestimenti della cupola di rame alta 60 metri, i cornicioni laterali della Basilica, il ripristino delle guaine di copertura, la manutenzione straordinaria ed alcune coperture in lose, il completamento della facciata principale e i tre portali in bronzo.
La progettazione, la Direzione dei Lavori ed il coordinamento della sicurezza dell’intero progetto di restauro e messa in sicurezza sono affidati all’architetto Emanuela Baietto di Biella. Per la consulenza statica delle opere che lo richiedevano, l’architetto Baietto si è avvalsa della consulenza dell’ingegnere Andrea Perratone (Biella).
L’Amministrazione del Santuario, in ottemperanza agli obblighi imposti dalla normativa sui lavori di evidenza pubblica, ha nominato per le verifiche sul progetto esecutivo e sulle procedure adottate in corso d’opera e finali i seguenti professionisti: validatore della progettazione esecutiva iniziale prima dell’affidamento dei lavori – architetto Antonio De grossi (Biella), recentemente scomparso; RUP (Responsabile Unico del Procedimento) – ingegnere Nicola Mazzia Piciot (Biella); collaudatore amministrativo – architetto Francesca Petri (Biella-Ronco B.se).
Al termine del complesso lavoro di progettazione e in seguito all’approvazione dei progetti da parte della Soprintendenza, nell’estate 2018 vengono avviati i lavori di restauro e consolidamento, suddivisi in due lotti esecutivi: LOTTO N.1 e LOTTO N.2 affidati (tramite procedura negoziata senza previo bando con invito a 15 ditte) alle ditte biellesi Ronchetta & c. srl, Costruzioni Edili Tre Effe srl e Impresa Scarlatta Umberto sas costituite in ATI con le percentuali: 60% Ditta Ronchetta & C. e 20% alle Ditte Tre Effe srl e Umberto Scarlatta sas.
L’Amministratore delegato di parte laica del Santuario in carica, Paola Aglietta, commenta così l’inizio dei lavori: «La Basilica Superiore di Oropa è il simbolo di generazioni di biellesi che nel passato hanno lavorato alacremente per realizzare questa chiesa dalle proporzioni armoniche e monumentali allo stesso tempo. La coralità degli interventi di Fondazioni ed Enti di tutto il territorio piemontese e non solo ha permesso di lavorare ad un obiettivo comune in tempi molto rapidi».
Si apre così un lungo periodo in cui Oropa vive sentimenti contrastanti: da una parte la lieta consapevolezza di aver posto in essere un intervento che per complessità e impegno quasi rivaleggia con la stessa costruzione della Basilica, dall’altra il faticoso disagio derivante dall’essere privati di un luogo di culto così importante, soprattutto in occasione delle grandi celebrazioni estive. A parziale sollievo, giunge negli ultimi due anni una efficace e grande tensostruttura posizionata sul sagrato grazie al contributo di Cartotecnica Errebi. Il bianco tendone e lo sfondo delle impalcature diventano così per molti mesi parte dell’immaginario collettivo del Santuario.
L’INCORONAZIONE E LA PANDEMIA
È, letteralmente, una provvidenziale coincidenza quella che ha posto negli stessi anni il restauro della Basilica Superiore di Oropa e il cammino preparatorio per la V Centenaria Incoronazione della Vergine Nera, programmata, che si è tenuta il 30 Agosto 2020.
Nel 1920, infatti, il cantiere di costruzione dell’edificio aveva fatto da sfondo monumentale alle partecipatissime celebrazioni, documentate dalla pellicola di Alberto Maria De Agostini e analogo e più importante ruolo avrebbe avuto nell’Incoronazione di quest’anno.
Nei mesi più bui dell’emergenza sanitaria, quando il silenzio del confinamento domiciliare era rotto dal suono delle sirene delle ambulanze e mentre nelle corsie degli ospedali si combattevano strenue battaglie per la vita, in quei mesi Oropa si è riconfermata, in mille gesti sia pubblici che intimi e privati, punto di riferimento per la nostra gente.